martedì 25 ottobre 2011

L'intervento del Senatore D'Alì in merito all'accordo Eni-Regione Sicilia

Il recente accordo tra Eni e Regione Sicilia ha suscitato un dibattito nel quale è intervenuto, come voce critica e come sempre nell'interesse del bene comune, il Senatore Antonio d'Alì, Presidente della Commissione Ambiente del Senato, affermando che persistono degli elementi negativi nell'accordo che riguardano entrambe le parti in causa.

Il primo aspetto è che grazie agli interventi parziali e già programmati l'Eni possa evitare di investire in Sicilia in maniera sostanziale, un atto dovuto per via del danno ambientale da loro causato negli ultimi decenni. Il secondo dato che emerge è che la Regione sembra essere propensa a concedere le trivellazioni del territorio che al contrario il Governo nazionale ha proibito con l'apposito decreto legislativo in materia.
Come se non bastasse, osserva il Senatore d'Alì, entrambe le parti, Eni e Regione, operano in contraddizione del piano energetico nazionale e in maniera del tutto frammentaria, l'opposto di quanto propagandato e dichiarato in precedenza dal Presidente della Regione Lombardo.
La conseguenza è che in Sicilia si realizzeranno nuovamente interventi isolati e carenti piuttosto che strategie e programmi di ampio respiro.

Per il Senatore Antonio d'Alì occorre intervenire subito sulla vicenda Eni-Sicilia

In questo frangente si pone come risolutivo il piano del Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, pubblicamente apprezzato da d'Alì, per la convocazione di un tavolo a livello ministeriale per affrontare la vicenda Eni in modo organico, soprattutto per quanto concerne la questione bonifiche e danno ambientale e complessivamente il rapporto ambiente/energia.
Tutto ciò con l'obiettivo di porre il problema nel contesto nazionale e mediterraneo, per mettere fine a qualsiasi genere di espediente opportunistico, distante dagli interessi della collettività.

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